Famiglia Lucarelli, la pallavolo nel DNA

Una storia familiare che parla di pallavolo, che trasuda passione. Nove figli, già di per se una rarità di questi tempi, di cui ben sette hanno scelto di cimentarsi  fra schiacciate e ricezioni legandosi ancor di più grazie a quel potente comun denominatore  che li coinvolge tutti nel rettangolo di gioco.

Rita e Giulia gemelle di 9 anni, Camilla di 11 anni, Anna Grazia di 13, Emanuele 14 anni, Francesco di 16 e Rebecca di 17 anni, sono protagonisti sui campi dell’Olimpia Volley Sora, seguendo i consigli e gli insegnamenti coach Gianpiero Pugliesi.  Fuori dal campo è soprattutto mamma Maria Domenica a tenere le redini di questa particolarissima  “squadra”, con papà Fabio, presente quando può, non perché non abbia voglia di seguire i suoi ragazzi ma perché impegnato e molto con il lavoro.

Da un momento particolarmente buio, come il lockdown, che ha tenuto tutti segregati in casa, nella famiglia Lucarelli è sbocciato l’amore per il volley grazia a mamma Maria Domenica che per non far sentire il peso della situazione ai suoi figli si è ingegnata per fargli trascorrere quei mesi in maniera salutare e gioiosa.

Appena iniziato il lockdown, ho capito subito che i ragazzi andavano distratti per far sì che non cadessero in un limbo di noia che sarebbe potuto diventare pericoloso sia a livello emotivo che mentale. Sfruttando il nostro ampio giardino e le bellissime giornate di sole qui a Sora ho pensato che la pallavolo potesse essere lo sport più adatto per giocare tutti insieme dato che siamo undici in famiglia.”

La scelta non è stata casuale il volley si può praticare anche in spazi non particolarmente ampi ed offre a tutti la possibilità di cimentarsi a seconda delle proprie possibilità .

“La pallavolo è uno sport di squadra-sottolinea Maria Domenica-  in cui tutti sono pronti ad aiutare il proprio compagno e nessuno viene lasciato indietro, inoltre credo che questo sport sia particolarmente adatto alle ragazze e potrà aiutare a crescere  come persone. Ovviamente sia per loro che per i due maschi, i valori racchiusi nello sport sarà il giusto volano per costruire la loro personalità ”.

Gestire una famiglia così numerosa non è semplice, è importante vedere quanta unione ci sia tra di voi ed i legami che si rafforzano nella quotidianità. Puoi raccontarci qualche aneddoto legato alla vita sportiva dei tuoi figli

Spesso sono quella che deve accompagnare i ragazzi, mio marito Fabio è sempre molto impegnato con il lavoro, ma è anche vero che io sono molto prudente quando guido, anche troppo a detta dei miei figli. In occasione di una trasferta dovevo accompagnare Anna Grazia alla partita ed in macchina con me avevo anche Letizia, Camilla e Rebecca. Partimmo dal centro di Sora insieme alle auto degli altri genitori ed al pulmino della squadra, dopo nemmeno un chilometro, a causa della lentezza, persi le tracce degli altri e ci inoltrammo in stradine sconosciute seguendo il navigatore. Ovviamente, per colmo di sfortuna, ci abbandonò anche il segnale GPS, per cui ci ritrovammo sperdute in campagna senza sapere dove andare. Mi fermai al primo bar a chiedere informazioni, tra le prese in giro scherzose delle mie bambine. Il bello è stato che appena rimesse in marcia vedemmo dagli specchietti retrovisori che avevamo addirittura superato i genitori ed il pulmino di squadra, arrivando al campo scortando tutti quanti! Queste sono le esperienze di cui faccio tesoro, che mi rigenerano, e che non fanno sentire la stanchezza quando corro dietro a tutto e tutti.”

Solamente due dei nove fratelli hanno deciso di non intraprendere questo sport, Benedetta di 21 anni e Letizia che di anni ne ha 19. Tutti gli altri hanno iniziato quel giorno di lockdown e non hanno più smesso. Ognuno dei sette ragazzi vede la pallavolo dai propri occhi e dalle emozioni che genera questo sport. “Della pallavolo adoro il gioco di squadra, la gioia che si prova nel realizzare un punto e la soddisfazione di una bella giocata – confessa Rebecca, la più grande tra i pallavolisti – inoltre il supporto di mister Pugliesi è sempre costante. Quando gioco mi sfogo,  mi distraggo, è un momento che ho per staccare la mente dagli impegni e dalle preoccupazioni quotidiane ”.

Rebecca è una ragazza matura piena di impegni, sa che vuol dire fare sacrifici per organizzare tutte le sue passioni.

La mia routine quotidiana è stata stravolta da quando ho iniziato a giocare seriamente all’Olimpia Volley Sora, so quanto sia importante la scuola, quindi mi organizzo anticipando i compiti del pomeriggio. Sono fortemente motivata a coltivare proseguire con impegno il mio percorso di pallavolista, di conseguenza ho dovuto imparare ad essere più responsabile e disciplinata”.

Oltre alla pallavolo, Rebecca ama cucire, ma ha due sogni nel cassetto che vorrebbe realizzare.

Mi piacerebbe crescere tecnicamente e andare avanti in questo sport, non sono molto alta quindi la strada da percorrere è più difficile, sicuramente mi impegnerò al massimo delle mie possibilità. Se non dovessi riuscire a farcela mi piacerebbe diventare un’infermiera per poter aiutare gli altri “.

Può succedere, a volte, che la Pallavolo sia vista come uno sport femminile, adatto solo alle ragazze, non è stato così per Francesco, il più grande tra i maschi, che vive il volley a 360°, tutto nella sua vita gira intorno ai campi da gioco.

“Della pallavolo mi piace il lavoro di squadra, soprattutto la comunicazione, fattore fondamentale per riuscire a giocare al meglio. Comunicare e saper comunicare è una qualità importante anche nella vita, sono contento di avere la possibilità di migliorare dentro al campo e di conseguenza anche fuori. Non ho altri hobby al di fuori di questo, penso sempre al volley che io sia a casa, in palestra o a scuola. Punto a diventare un giocatore professionista, ci proverò con tutte le mie forze.”

“Unione fra compagni, complicità, essere ancora più uniti dopo una sconfitta –racconta Emanuele – Questi sono i valori che ho fatto miei di questo sport, il risultato è secondario. Io sono amo la lingua inglese e sogno di fare lo Stewart di volo, quindi spero che la pallavolo mi aiuti in qualche modo a realizzarmi, imparo molto sul campo da gioco e poi metto in pratica nella vita quotidiana. Cerco di impegnarmi al massimo in ogni contesto, studio anche di notte quando serve. La dedizione che metto sul campo lo trasferisco anche nella scuola. Sono orgoglioso di questo.”

In questa famiglia si respira la passione che hanno questi ragazzi per il volley, che ognuno vede dal suo punti di vista ma che tutti affrontano con la massima serietà. Anna Grazia, di soli 13 anni, grazie alla pallavolo ha capito quanto sia importante condividere le emozioni e riuscire a portare a termine gli impegni presi.

Amo l’energia che si respira in palestra, la sensazione di controllo che si ha quando si gioca e i momenti passati con la squadra. Condivido con le mie compagne tutte le mie emozioni, sono come una seconda famiglia per me e che si vinca o che si perda è bello vedere come riusciamo a rimanere unite al di là di tutto. Ovviamente il volley mi tiene molto impegnata, ma non voglio che mi limiti nelle altre cose che amo fare, come leggere, suonare e studiare le lingue, quindi mi organizzo in modo tale da poter fare tutto.”

Il sogno di Anna Grazia è quello di conoscere Julija Gerasymova, la pallavolista ucraina che negli ultimi messi ha più volte sostenuto il proprio popolo nella guerra contro la Russia facendo valere la sua popolarità per lanciare messaggi importanti. Camilla, Rita e Giulia sono giovanissime ma non meno motivate dei fratelli più grandi. Il loro futuro, per ora è sui campi di pallavolo.

In campo a dirigere il tutto c’è il coach Gianpiero Pugliesi che ne loda le doti e il carattere “I ragazzi in campo sono fantastici, sia dal punto di vista umano che tecnico. Durante il Covid si sono costruiti delle buone basi, anche grazie a Maria Domenica. Tranne le gemelle, tutti gli altri si allenano in categorie differenti, questo anche grazie alla mamma che ha voluto che giocassero tutti con i loro pari età, anche se gestire gli orari di ognuno è estremamente complicato per lei. La famiglia Lucarelli- chiosa il tecnico- ha lavorato bene su questi ragazzi che sono sani e tutti molto determinati ed hanno caratteristiche tecniche affini tra loro ”.

Di che caratteristiche si parla?

“Sono molto portati, bravi nella tempistica d’attacco  che nei fondamentali di ricezione e difesa, hanno un “braccio” molto simile ed anche a livello atletico la somiglianza e visibile anche ad un occhio poco esperto”.

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