Ai microfoni della FIPAV Lazio Simonetta Avalle e Matteo Antonucci, tecnici del CQR, a cui abbiamo chiesto come vedono la gara con la Polonia, atto finale dell'Eurovolley 2023.
I due tecnici delle selezioni femminili e maschili (indoor) del Centro di Qualificazione Regionale FIPAV Lazio ci aiutano ad analizzare la finale di Eurovolley 2023 maschile, l’ultimo atto di questo incredibile europeo che vedrà sfidarsi la nostra nazionale e la temibile Polonia.
Simonetta Avalle, CQR Lazio, storico volto della pallavolo italiana, sul percorso della squadra azzurra agli Europei: “Le partite dell'Italia maschile hanno dimostrato a tutti che una bella gestione di un gruppo può ottenere grandissimi risultati, perché quando si fonda un gruppo nuovo su una serie di regole e di valori la squadra poi si compatta intorno a questo insieme di cose, e ciò è evidente dai comportamenti di tutta la squadra. L’abbraccio a fine gara ad Anzani che era a fondo campo e che solo per motivi “di cuore” non ha preso parte a questo europeo è una cosa bellissima, li vedi tutti affiatati, si percepisce a occhio nudo e questo secondo me è una forza in più, infatti si può giocare più o meno bene, ci sono dei momenti di calo ma la squadra è sempre lì che lotta, su ogni pallone, come ieri, ma anche con l’Olanda, che aveva il suo fuoriclasse, Nimir, che non tutte le squadre hanno ma che non ha prevalso. Abbiamo accettato anche che ci facesse dei punti, perchè era normale che ce li facesse, ma senza perdere la testa.”
Per “Nostra Signora del volley” però non conta solo la gestione del collettivo: “Cè anche la tecnica. Infatti i ragazzi ricevono bene, difendono anche meglio, contrattaccano con una regolarità impressionante, battono bene dal punto di vista tecnico. Con la Polonia sarà una battaglia, perché anche loro hanno delle punte di diamante, come Leon. Però è vero che i nostri possono competere alla pari, d’altronde Leon lo conosciamo bene: Giannelli lo conosce molto bene e anche gli altri ragazzi ci hanno giocato tante volte.”
Alla vigilia dell’atto finale di Eurovolley 2023, Avalle analizza anche il prossimo avversario degli azzurri: “Sul piano mentale senz’altro va detto che ieri era una partita speciale per la Polonia, perché con la Slovenia loro hanno sempre perso e spesso proprio la semifinale, quindi diciamo che la partita di ieri aveva un carico emozionale grande per loro. Gli sloveni, pur non essendo un collettivo di altissimo livello, hanno tutti bravissimi giocatori e hanno messo in difficoltà la Polonia, quindi il discorso è che anche noi possiamo farlo. Ieri, perlomeno Zatorksi, che è uno dei migliori liberi al mondo, ha faticato. E faticando, si è innervosito anche con i compagni. Questo potrebbe essere un punto a nostro favore se dovesse ripetere una prova meno brillante, però io non farei tanto affidamento sul fatto che loro giochino meno bene, quanto sul fatto che noi li aggrediamo e in più 10.000 tifosi al Palazzo dello Sport non sono pochi.”
Infine, spazio alla valutazione del grande momento azzurro: “Dietro ai risultati, c’è sempre tanto lavoro. Il momento nella pallavolo è più di un momento, è una certezza. Infatti, proprio l’anno scorso come Amnest, l'Associazione delle Stelle, abbiamo premiato il presidente Manfredi per i risultati incredibili raggiunti, con tutte le nazionali giovanili. Anche il settore femminile gode di splendidi momenti, perché l'ultimo europeo dell'under 17 e dell'under 19 sono stati momenti di grande lustro per l’Italia intera. Nel femminile dobbiamo essere bravi a trasformare quelle giovani promesse in realtà valide anche per la prima squadra. E qui bisognerebbe affrontare il discorso con i club che invece puntano magari su una giocatrice più anziana che magari ti da un rendimento più basso ma più sicuro. Mentre invece da giovane si sa che puoi avere un rendimento con picchi elevatissimi e poi magari fare tutta una serie di errori di inesperienza.”
Matteo Antonucci, CQR Lazio, ha commentato i successi dell’Italvolley e l’ottimo stato di forma del movimento: “L’Italia è una squadra che gioca bene, che alterna buone individualità e una qualità corale di gioco. È un piacere vederla giocare, nella semifinale sono saltati agli occhi i numeri di Lavia e il potenziale tecnico dell’organico a disposizione dell’allenatore. Il nostro percorso è stato netto, un percorso accompagnato da un pubblico eccezionale che si è visto in tutte le città in cui i nostri azzurri sono scesi in campo. Sicuramente questo ci dice molto sullo stato di buona salute di tutto il movimento.”
Le parole di stima nei confronti di Fefè de Giorgi: “Su De Giorgi, i commenti tecnici sarebbero superflui. Ha il grande merito di aver portato l’Italia a giocare questa finale europea in casa, e quindi già questo è un regalo immenso a tutta la pallavolo, soprattutto romana e laziale, che risponderà con grande affetto e calore nella serata di domani. Va dato atto a tutto lo staff e a questi ragazzi per quello che hanno raggiunto finora. Della Polonia dobbiamo temere senz’altro Leon, che è un giocatore di prima fascia, così come la squadra in sé, che ha una grande tradizione. Come noi loro vengono per provare a vincere.”
C’è un’Italia che sa vincere e anche emozionare, ed è quella della pallavolo: “Uno dei grandi meriti della nostra nazionale è che chiunque è stato chiamato in causa nelle difficoltà ha risposto presente con grande qualità, quindi sono sicuro che l’allenatore per questa finale saprà fare le sue valutazioni nel miglior modo possibile, anche valutando lo stato di salute di Russo insieme allo staff. Ma mi sento di mettere l’accento principale sull’aspetto emozionale, di una finale che sarà giocata nella bolgia del Palazzo dello Sport.
Antonucci in chiusura si sofferma sul messaggio dell’Italia vincente per i giovani come quelli da lui allenati nel CQR: “L’Italia in finale, unita alle tante vittorie negli europei giovanili, anche di quest’estate, è un messaggio stupendo per i nostri ragazzi. Mai come ora la maglia azzurra è vicinissima a tutti i nostri giovani. Io personalmente ho avuto la fortuna di vincere un europeo, Under 17 quest’estate, come assistente, e tra l'altro abbiamo fatto un lungo periodo di preparazione proprio in Polonia. Mi sento di dire che in questo momento c'è un legame molto stretto tra la base recente di qualificazione e tra la nazionale seniores. E questo per chi fa il mio lavoro, quindi quello di tecnico, direttore giovanile anche federale, è sicuramente un veicolo pazzesco, di motivazione, di emozioni, di voglia di crescere e di continuare a far bene. Credo che nel nostro paese ci sia un potenziale per poter esprimerci al meglio in questo sport.”