Classe 2003, libero, segni particolari: determinata! Queste le tre caratteristiche per descrivere uno dei talenti più limpidi del panorama regionale e nazionale, Sofia Valoppi. Di ritorno dalla vittoriosa conquista del campionato europeo Under 22, siamo riusciti ad intercettarla per fare una chiacchierata sulla straordinaria stagione che sta vivendo.
Sofia, partiamo dai primi passi, come ti sei avvicinata alla pallavolo?
“Ho iniziato piccolissima, quando avevo sei anni vedevo mia sorella maggiore giocare ed ogni volta che potevo entravo in campo puntualmente dovevano bloccarmi, altrimenti mi sarei intromessa in ogni partita –racconta scherzosamente -. Da quel momento ho iniziato con il minivolley e fino ai dodici, tredici anni, ho giocato all’oratorio San Paolo, per poi spostarmi in un contesto più agonistico ed andare alla Volleyrò Casal de’ Pazzi.”
Volleyro’ è stata la tua casa per sette anni e ti ha lanciato nel mondo della pallavolo che conta: quanto ti ha formato la squadra romana?
“Volleyro’ mi ha formato sotto ogni aspetto. Lì ho iniziato a prendere questo sport con più professionalità e mi sono levata anche soddisfazioni importanti. In quegli anni abbiamo vinto uno scudetto U16, sono stata selezionata per giocare il Trofeo delle Regioni e siamo riuscite a vincerlo. Sono sicura di poter affermare che in quegli anni ho capito cosa avrei voluto fare da grande.”
Volleyro’ è stato il trampolino di lancio: dopo l’esperienza nella capitale sei andata lontana da casa…
“Dopo la fantastica esperienza nella mia città, ho deciso di accettare la chiamata della Clementina Volley, nelle Marche. Questo passo è stato un tassello fondamentale per la mia crescita sportiva, ma soprattutto personale. È stato il mio primo anno da titolare in una serie importante come la B; non è stato semplice, era un ambiente improntato sul lavoro ed ho capito veramente cosa significasse essere una professionista a 360 gradi. La nostalgia di casa mi ha fatto crescere, non mi era mai capitato di affrontare determinate situazioni ed ho tratto vantaggio da ogni momento. Quando poi è arrivata la chiamata della Roma Volley per fare la serie A2, non ho esitato un momento ad accettare: giocare nella mia città con una delle squadre più rappresentative è uno dei sogni che avevo da bambina.”
Alla Roma Volley hai giocato due stagioni di altissimo livello: raccontaci la tua esperienza.
“Sono stata chiamata per fare il secondo libero, ma la serie A2 è comunque un’esperienza formativa sotto ogni aspetto. Il primo anno l’ho vissuto tutto d’un fiato e ho iniziato a comprendere certe dinamiche che si riscontrano solamente ad alti livelli, abbiamo vinto il campionato in anticipo e la Coppa Italia, questo ci ha permesso di affrontare il salto di categoria consapevoli del nostro potenziale. La Serie A è un altro sogno che sono riuscita a realizzare. Abbiamo fatto un’ottima annata e, nella seconda parte di stagione ho giocato titolare e questo mi ha dato una carica pazzesca. La coesione che si è creata con le ragazze è stata fondamentale. Le mie compagne mi hanno fatto sentire come una di loro, non come l’ultima arrivata, ed anche grazie a questo sono riuscita ad esprimermi al meglio e far risaltare tutto l’impegno e la dedizione che ho messo in ogni minuto sul campo da gioco. Stento ancora a credere di aver giocato tra le grandi, in un luogo sacro come il Palazzetto dello Sport, con tutto il pubblico a sostenerci in ogni partita…veramente delle emozioni uniche.”
Il tuo anno da favola non poteva che concludersi con la chiamata in nazionale per l’europeo under 22 e dato che ogni favola ha un lieto fine, tu e le tue compagne siete riuscite a portare l’Italia sul tetto d’Europa. Quali sono stati i vostri punti di forza e che emozioni hai provato?
“Se guardiamo l’aspetto tecnico, il livello in Italia è molto alto, siamo un Paese in cui si guarda molto il dettaglio e tutte quante abbiamo provato ad essere perfette in ogni situazione. Durante il percorso di formazione veniamo allenate per essere pronte e minimizzare gli errori, infatti siamo scese in campo sapendo di avere le carte in regola per fare qualcosa di speciale. Abbiamo espresso un bel gioco sia sotto l’aspetto tecnico che sotto quello tattico, inoltre siamo un gruppo molto affiatato, bene o male ci conosciamo da quando siamo piccole e questo è sempre un valore aggiunto.”
Indossare quella maglia ha un significato diverso…
“Sono certamente più lucida in determinate situazioni e ad oggi gestisco la pressione in maniera differente, ma posso affermare con certezza che nel momento in cui ho visto il mio nome stampato sulla maglia della Nazionale ho provato un’emozione indescrivibile. Vestire i colori azzurri, cantare l’Inno tutte insieme strette l’un l’altra non ha prezzo. Solo domenica comunque, il giorno dopo la finale, mi sono resa conto che eravamo campionesse d’Europa”.
Il prossimo anno sarai alla Consolini Volley che milita in A2, un passo indietro per farne due avanti?
“Quest’anno è stato straordinario, ho toccato il cielo con un dito a soli 20 anni, però mi rendo conto che è giusto crescere senza accelerare le tappe. Siamo privilegiate a poter vivere questo sogno e voglio affrontare un campionato di A2 da protagonista, cosa che non sono riuscita a fare con la Roma Volley. Sono contenta di aver scelto la Consolini, potremmo fare sicuramente una buona stagione.”
Senti la pressione del dover dimostrare qualcosa?
“Sinceramente questo è un tipo di pressione positiva, se gli occhi saranno puntati su di me è perché vuol dire che sto facendo bene. Lo sport dopotutto è pressione e poi, come ripeto sempre, non stiamo salvando delle vite, stiamo facendo la cosa che ci piace di più al mondo, quindi la vivo con serenità. Piuttosto sono io che mi pongo degli obiettivi e spero di soddisfare le mie di aspettative, agli altri faccio poco caso.”
A proposito di obiettivi; quali vorresti raggiungere in futuro?
“Se penso al futuro prossimo, spero di vivere una bella stagione e fare un gran campionato, mentre se penso ad un futuro più lontano, mi auguro di tornare in A1 e passarci più tempo possibile e ridare qualcosa a questo sport che continua a darmi tanto. Voglio levarmi ancora molte altre soddisfazioni”.
Il sogno nel cassetto è sempre quello…
“Ovviamente sogno la nazionale maggiore, le emozioni che ho provato con l’U22 sono state indescrivibili e poter rappresentare l’Italia dei grandi sarebbe veramente qualcosa di unico.”