Metti le ultime luci, si avvicina il Natale e prepari la Festa. Poi una telefonata e tutto cambia, Franco Favretto giace riverso sulle rotaie del tram davanti al Comitato Provinciale di Roma, la sua casa d'adozione. A nulla valgono i soccorsi, l'ultimo viaggio di quel presidente così speciale, di quell'uomo innamorato della Pallavolo e dei bambini s'è compiuto. Resta un vuoto che appare enorme, il dolore si unisce alla rabbia per una morte prematura e tuttavia emblematica. Per andarsene aveva scelto un tratto d'asfalto davanti al suo Comitato, simbolo di un mondo al quale aveva dato tutto se stesso. Pochi mesi prima, era maggio del 2009, nel presentare in conferenza stampa il Minivolley dei Fori Imperiali, aveva pronunciato un discorso poi diventato testamento, quello della necessità per i bambini di riappropriarsi delle strade e delle piazze per giocare, perché solo così si sarebbe potuto parlare di città europee e mondiali. Un'esortazione forse utopica e allo stesso tempo l'eredità morale che ci ha lasciato. A ripensarci però, non era proprio utopica. Quello che è successo nello scorso fine settimana, quando, grazie all'impegno dei suoi successori, migliaia di bambini hanno animato palestre e palazzetti giocando il volley S3, ha fornito la prova che il suo sogno in fondo si è avverato e che il Memorial del 2024, insieme a quelli celebrati dal 2010 nel suo nome, sono una proiezione delle sue parole. Stasera noi amici lo ricorderemo con una Messa, se è vero che il tempo mitiga il dolore non così il ricordo che è sempre vivo. Così com'è viva la gratitudine, perché ci ha insegnato qualcosa...ciao Franco.
Alessandro Fidotti
Quella che andiamo a raccontare è una storia di famiglia e d’amore, anzi, un amore che poi ha coinvolto anche la famiglia.
Rossella Lalinga, oggi, superati gli…anta, mamma felice di due ragazzi, Lorenzo e Gabriele di 8 e 10 anni, dopo un periodo di separazione dallo sport che amava, il volley, è tornata a fare quello che più la diverte Certi amori si sa, spesso fanno dei giri immensi e poi ritornano.
“Durante la mia adolescenza ho praticato tantissimi sport, l’atletica leggera in primis, ma poi un giorno mi notò un allenatore di pallavolo e, anche grazie alla mia altezza, mi propose di provare. Da quel momento ho capito quale sarebbe stata la mia strada”.
Quindi perché in precedenza vi abbiamo parlato di amori che si ritrovano dopo tanti anni? Perché Rossella, originaria di Matera, ha iniziato la sua carriera agonistica nel settore giovanile della storica e vincente PVF Matera Latterugiada, squadra che ha vinto in Italia e in Europa, arrivando a giocare in C2, fino al fatidico giorno di un maledetto infortunio.
“Con le ragazze della Matera Latterugiada eravamo un bellissimo gruppo, in quegli anni la prima squadra giocava in serie A e spesso eravamo con loro in trasferta, poi un giorno, in partita sono andata a schiacciare ed ho capito subito che quel dolore lancinante era qualcosa di grave”.
La diagnosi è tra le peggiori, rottura del legamento crociato anteriore e stagione finita. Per una ragazza di 17 anni, al di là dell’integrità fisica, dopo un infortunio così grave, è importante che ci sia modo di ritrovare una tranquillità soprattutto a livello mentale, invece Rossella non riesce a superare l’idea che possa rifarsi male e che possa riprovare quel dolore provato in partita.
“Decisi di non operarmi, anche perché non era un intervento estremamente necessario, solo che la paura di infortunarmi di nuovo e di riprovare quelle sensazioni era troppa ed ho preferito non continuare con la pallavolo, inoltre stavo finendo il liceo e dovevo iniziare un nuovo percorso accademico, non sarei riuscita a coniugare tutti gli impegni.”
Rossella prosegue la sua vita lasciando in un angolo del suo cuore l’amore per la pallavolo, ma il punto di svolta arriva proprio questa estate quando, con i suoi bambini, inizia a seguire le partite in tv e allora tutto riaffiora.
“Il percorso della Nazionale ha riacceso qualcosa dentro di me, soprattutto grazie ai miei bambini che in spiaggia mi chiedevano sempre di giocare con loro. Per noi l’Europeo, seppur non vincente, è stato un momento di grande aggregazione, quasi un piccolo rito che ci ha tenuti molto uniti”.
La voglia di giocare dei suoi bambini spinge Rossella ad informarsi con la scuola per far fare loro qualche corso di pallavolo e trova nella “Settesoli Marino” la risposta alle sue domande.
“Il giorno in cui sono andata ad informarmi per i figli, un’altra mamma stava cercando componenti per la squadra senior della Settesoli ed ho visto in questa opportunità una sorta di segno del destino. Al primo tocco di palla ho capito di aver fatto la scelta giusta e per un attimo sono tornata adolescente”.
Oltre all’entusiasmo personale, anche i ragazzi, che ora giocano con la “Settesoli Marino”, sono curiosi di seguire i progressi di mamma Rossella.
“I miei bambini fanno il tifo per me, mi incoraggiano sempre e sono una motivazione in più per andare agli allenamenti, non passa un giorno in cui non mi chiedano come vado e come sta andando tutta la squadra in campionato”.
Rossella ci ha confessato che suo figlio maggiore è entusiasta del suo nuovo percorso sportivo.
“Io sono molto contenta che Gabriele abbia cominciato a giocare a pallavolo, lui è un bambino un po' timido, ma sto vedendo grandi progressi sul lato caratteriale e questo credo sia dovuto anche ai valori che si porta dietro il nostro sport. Qui a Marino ho trovato un ambiente amichevole, privo di gelosie, dove la competizione è vissuta in modo sano e, oltre alla forte aggregazione, quello che si percepisce maggiormente è il supporto della squadra verso il singolo che non viene mai lasciato indietro.”
Un elemento che conferma le impressioni di Rossella è proprio la sua esperienza diretta con il nuovo ambiente, in cui ha trovato un gruppo di amici e non solo di compagni di squadra.
“Anche io sono entusiasta di aver trovato in un piccolo club come la Settesoli Marino, una bella realtà sportiva e una piccola famiglia, perché ci incoraggiamo tutti a vicenda e, forse, se non avessi trovato un gruppo così unito come quello che abbiamo costruito, probabilmente non avrei continuato”.
È emozionante sentirla parlare delle sensazioni pre-partita ed incredibile quanto lo sport possa farti superare anche le paure più grandi.
“Sono sempre molto emozionata ogni volta prima di scendere in campo, ma sono sensazioni positive. Ho sempre voglia di far bene e portare il miglior contributo possibile alla squadra. Io gioco sempre con un po' di timore, ma grazie ai miei ragazzi, ai compagni e a questa passione che ho tenuto repressa per troppo tempo, sono riuscita a buttare il cuore oltre l’ostacolo ed ho ricominciato a divertirmi come trent’anni fa”.
Concludiamo dicendo che i bambini sono entusiasti di continuare a giocare e di poter, in qualche modo, emulare la mamma vestendo gli stessi colori e che Rossella non vede l’ora di continuare ad allenarsi spronando tutti i più grandi a provare risvegliare le vecchie passioni abbandonate.
“Io vorrei dire a tutti i lettori che se hanno una passione che è stata messa da parte per le vicissitudini della vita, non è mai troppo tardi per ricominciare a divertirsi inseguendo quel sogno che avevano da bambini”.
Un tecnico che nel Lazio e nelle squadre nazionali ha già mietuto allori, farà parte dello staff della nazionale Under 20 che a Francoforte, dal 9 al 13 gennaio, prenderà parte al Torneo WEVZA che in palio un posto per i Campionati Europei di categoria in programma dal 26 agosto al 7 settembre in Serbia e Grecia. Le qualità di Matteo Antonucci sono già largamente apprezzate dalla Fipav nazionale che ha affidato al giovane allenatore viterbese il ruolo di assistente tecnico di Michele Zanin.
“Sono particolarmente contento dell’incarico che mi ha conferito la Federazione - racconta Antonucci -. Avrò modo di lavorare con Michele Zanin, un allenatore che stimo particolarmente, e con Giovanni Preti. Sicuramente faremo squadra per costruire il risultato che a cui tutti aspiriamo e che i nostri ragazzi hanno nelle corde. L’esperienza con le nazionali giovanili è particolarmente gratificante e costituisce un momento di crescita personale. Darò il massimo per assolvere al meglio questo compito che affronterò con grande entusiasmo “.
Matteo Antonucci continuerà ancora a guidare il Centro di Qualificazione Regionale del Lazio.
“Sono particolarmente lieto ed orgoglio di ricoprire questo ruolo. Guidare una rappresentativa regionale è particolarmente gratificante, poterlo fare nel Lazio è ancora più bello. Lavoreremo affinché i risultati siano sempre migliori e all’altezza delle aspettative“.
Risultati che per altro negli ultimi due anni non sono mancati.
“Abbiamo fatto importanti passi avanti. Nel ranking nazionale eravamo al 15° posto, dopo due edizioni del Trofeo delle Regioni, nelle quali abbiamo fatto un 7° e un 4° posto, siamo risaliti al 7° posto. C’è la consapevolezza di poter migliorare ancora ma abbiamo costruito basi solide per il futuro“.
Quanto è importante per la crescita tecnica ed umana dei ragazzi far parte della rappresentativa?
“Io credo che sia determinante. Il poter confrontarsi con i migliori pari età di tutta Italia, il poter far parte di un gruppo tecnicamente forte, può certamente servire loro per migliorarsi sotto ogni profilo“.
Il Lazio è un territorio molto ampio e, grazie anche al lavoro degli organi periferici della Fipav, la pallavolo è diffusa un po' ovunque. E’ compito arduo riuscire a monitorare ogni angolo della regione ed individuare quelli che sono e saranno i migliori talenti?
“Posso dire con orgoglio che teniamo tutto sotto controllo, almeno al 95%, ovviamente in collaborazione con le società che colgo l’occasione per ringraziare. Solo il lavoro di squadra può portare a grandi risultati. Questa è, e sarà, la nostra ottica di lavoro“.
Ha parlato delle società, ma crediamo che sia fondamentale anche il rapporto con gli allenatori.
“La condivisione di idee, la disponibilità, il contatto quotidiano sono fondamentali e credo che la nostra reale forza dipenda proprio da queste cose”.
Ritiene che ci siano atleti di buona prospettiva fra quelli che è chiamato a gestire?
“Innanzitutto dico con vanto che la nostra rappresentativa è composta unicamente da ragazzi nati e cresciuti pallavolisticamente nella nostra regione. Fra loro ci sono già pallavolisti forti, sta a noi trovare il modo di sviluppare compiutamente tutto il loro talento“.
Ventitre palcoscenici sparsi in tutta la regione, migliaia di giovanissimi, entusiasmo dilagante e se una palla ti toglie un punto che importa, il risultato è l’ultima cosa che conta.
Il secondo "Match of the Week" della stagione, l’attesa e seguitissima l'iniziativa fotografico-giornalistica che fino alla fine della stagione regolare caratterizzerà i fine settimana della pallavolo regionale, è quello del Girone B della Serie D maschile tra Duemila 12 G1 - Team Power Albano Velletri,
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